mercoledì 25 giugno 2014

Sanità di eccellenza in Sardegna, ma anche no

Quanto è accaduto nella nostra isola in quest'ultimo mese e mezzo ha davvero dell'inverosimile. 


La Qatar Foundation Endowment ha ribadito più volte il suo interesse per rilevare l'ospedale oramai pronto per il quale la fallita Fondazione San Raffaele ha speso decine di milioni di euro negli scorsi anni, ragionevolmente incoraggiata da tutte le parti politiche che in questi anni si sono alternate. Il fondo ha ribadito che si farebbe carico di tutti i debiti. L'investimento complessivo sarebbe di 1,2 miliardi di euro. 



Scandalizzarsi oggi sul fatto che si sia sbancata una intera collina e che si sia costruito un impressionante parallelepipedo bianco in mezzo alla macchia mediterranea non ha senso.  Nel paese dove non si può fare la pulizia di un fiume perché è l'habitat del gallo cedrone, salvo poi scoprire che il fiume straripa e distrugge un paese intero, discorsi del genere, pro o contro, non hanno ragion d'essere.



Ma l'inverosimile da noi è la norma.

E allora si assiste a dichiarazioni tipo che "si possa correre il rischio di sovrapporre o addirittura annullare eccellenze sanitarie presenti e già operanti, con pieno merito ed ampia soddisfazione dei pazienti sul nostro territorio" (Mario Satta, PDCI Tempio, che non dice di quali eccellenze si tratti).
Ma è contraria ed in maniera neanche tanto velata una parte considerevole della sanità privata. Infatti con un nuovo moderno ospedale di oltre 250 posti letto è evidente che la sanità privata convenzionata perderebbe in tutta la Sardegna un numero considerevole di potenziali clienti.


Per fortuna i nostri politici sono tutti d'accordo.

Di più, il rappresentante del fondo del Quatar in Italia è stato ricevuto da Renzie insieme al nostro presidente della regione. Tutto fatto, perciò. 
Ma è oramai da 4 settimane che l'accordo che pare "imminente" o per alcuni "già fatto" in realtà non sia manco approdato nella competente commissione regionale. 
E le parole che in sé farebbero ben presagire suonano sinistre perchè, appunto, sono dette da politici.
Sardi.
Ecco, qui sta il primo e principale problema. 
Noi.


E del resto che senso avrebbe altrimenti indire, in una torrida mattina d'estate, un sit-in di fronte all'ospedale dove fanno bella mostra di loro politici di tutti i colori e con le più variegate fedine penali nel quale si urla un "non abbassare la guardia"?

Costoro sono i "pochi che si oppongono in maniera chiara e ai tanti che lo fanno in maniera “carsica” (Gianpiero Scanu, PD) o addirittura i molti "in un sempre più palpabile clima di ostilità creato da un variegato fronte della conservazione che, con argomentazioni apparentemente tecniche e pretesti politici, mira solo a dilatare i tempi e a far fallire il piano voluto dalla Regione, dalle autorità qatariote e dal Governo" (Giuseppe Fasolino, PDL, che magari farebbe bene a fare i nomi invece che gettare la pietra e nascondere la mano).


Verrebbe da chiederselo: se si è tutti d'accordo perchè questi "al lupo-al lupo"?.

Perché evidentemente i nostri politici in primis hanno subodorato la fregatura, le lungaggini amministrative che priverebbero loro di uno straordinario bacino di voti, e la Sardegna (ma forse questo potrebbe essere secondario) di una possibilità concreta di avere un nuovo ospedale specializzato a livello internazionale in pediatria (il partner tecnico italiano è il Bambin Gesù di Roma) ma anche cardiochirurgia, neurochirurgia, e terapia intensiva e riabilitazione post operatoria.


Perchè in fondo sono tutti d'accordo per una sanità di eccellenza in Sardegna. 

Ma anche no.










Nessun commento: