mercoledì 1 ottobre 2014

Una stretta di mano.

Fuma nervosamente. 
Ho una visione di lui il giorno dell'orale al diploma. Molto alto, piuttosto robusto, sfoggiava incurante pantaloni attillati verdi, un po' eccessivi, ed una camicia bianca. Urlacchiava roba un po' senza senso su D'Annunzio, ma oltre una patina di studio da ultimi 10 giorni la sostanza non c'era. Prese un 40 a mio avviso rubatissimo e si atteggiò a vittima perchè "quelli come me sono scomodi al giorno d'oggi".

Il mio treno parte tra 3 quarti d'ora e voglio chiamare prima a casa. Stamattina operavano il cane e Concetta  era un po' in ansia. Finisce la sua sigaretta.

"E tu dove vai?" interrompe i miei pensieri così, come quando nelle riunioni di consiglio di classe interrompeva chiunque senza motivo, bastava che si stufasse di scroccare sigarette ai più piccoli. Allora piazzava il suo "pezzo" che durava dai trenta secondi ai 2 minuti, a seconda della pazienza di Prof. Basilone. Libertà, partecipazione, la scuola è un palestra di vita, sciopero per riscaldamento che accendono 20 giorni all'anno (d'inverno) organizzare la gita anche per i meno abbienti come lui (in primavera). 

Superficiale, vuoto, ripetitivo. Una persona priva di spessore.

Un giorno, sempre l'anno del diploma attaccò briga con Flavio Parrucchetti, uno che vestiva dimesso, parlava poco e non dava fastidio a nessuno. E che si faceva 3 ore al giorno di autobus per venire a scuola. E che non scioperava. Gli strappò quello zaino fuori moda che aveva. Flavio aveva gli occhi lucidi perché sapeva che non si poteva ribellare al Capoclasse. Sennò erano calci in culo, e anche forti. Ma c'era un limite a tutto. Lo sfidai solo quella volta: "Parrucchino lo facciamo entrare, sennò il babbo lo ammazza di colpi. Mostrati magnanimo" Lo blandivo. Ma lui era intimamente crudele. "No Parrucchino mi sta sul cazzo che si veste come un prete." Ma io lo lasciai passare. Lo sguardo di riconoscenza di Flavio mi trafisse. "Sei un debole, nella vita non otterrai mai un cazzo" sibilò "Tu non ti preoccupare, e rendimi le 50mila lire che ti ho prestato il mese scorso". 

Lo sapevo che mi sfruttava, così come sfruttava moltissimo le nostre compagne di classe. La facilità con la quale fregava loro dei soldi con le scuse più assurde aveva davvero dell'incredibile, così con la facilità che aveva ad entrare in sintonia con loro.  

"E insomma Pietro, proprio non me lo vuoi dire?" Il flusso dei mie pensieri è ancora interrotto da quella voce nasale.
"Innsbruck, ho acquistato una casa d'epoca in centro quest'anno e la sto ristrutturando" 
"Davvero?" 
"Si, ho la passione per le case antiche. Chissà magari tra un po' di anni mi ci trasferisco, e tu?" 
"Torno a Livorno, tra 10 giorni ripartiamo in missione, non ti posso dire per i motivi che immagini." Fa il misterioso, anche se sa benissimo che l'uniforme da sergente di marina e il nome della nave ben visibile nel bagaglio lo rendono facilmente identificabile. Ma tant'è.

Accende un altra sigaretta.
"E insomma, sei uguale a vent'anni fa, ma guardati!" 
Sorrido. "Si anche tu però, giusto i capelli più corti.." 
Mento spudoratamente, avrà preso 40 kg. dal diploma. Ed è ancora più monumentale. Il viso un po' gonfio ed un colorito non sano fanno pensare a problemi al fegato. 
"Due figli, giusto?" 
Ridacchia "Eh si, due bei maschioni!" gli si illumina il viso. "Antonio fa 15 anni la prossima settimana e Roberto 13 appena fatti. Li vedessi, uguali a me!" Subito mi mostra sul telefonino la foto di due ragazzini clamorosamente sovrappeso. 
"Con la tua ex moglie..si insomma li vedi spesso?" 
Si adombra un attimo 
"Ma certo, quando voglio! Figurati che da poco siamo andati a vedere la Lazio tutti assieme coi ragazzini. Vedessi che contenti.." 
Il tono di chi l'ha sparata grossa c'è tutto, non mi va di infierire. So dei suoi problemi, e suppongo che col lavoro che svolge non deve essere stato semplice. La cosa in paese si seppe in fretta, mio fratello me la disse quasi subito. "Ma lo sai che Ugone, insomma quelle voci..era tutto vero. La moglie lo ha lasciato subito". E quel mio pensiero che lui non fosse adatto ed in fondo non si meritasse una famiglia fu puntualmente confermato.

"E tu invece figli niente, eh?"  Ancora una volta mi interrompe lo scorrere dei pensieri.
Mi schernisco"Sono troppo preso da me stesso". Non sa degli aborti di Concetta ed in fin dei conti perché parlargliene? Quelli come lui cose del genere non le capiscono.

"Ti va un caffè" butta là sicuro del no. 
"No grazie, devo partire. Ugone mi ha fatto davvero piacere vederti". 
Ci stringiamo la mano. Non è mai stato il mio forte, lui invece ha la bella stretta di mano franca. L'unica cosa che gli invidio, a questo frocio di merda.