sabato 12 maggio 2012

Cagliari ...

..che la vita ci ha portati più o meno lontano è quella volta che ti sei sbronzato al Poetto, la vela con la pivella a Monte Urpinu, il sorriso sdentato del venditore di ricci.
Poi dipende dal quartiere, e Cagliari prende colori diversi. Per noi di San Benedetto sono le sigarette comprate al bar Europa a mezzanotte, le paste di Marabotto o quelle di Pirani. Poi ci sono i rumori, gli odori, la chiassosa generosa confusione del nostro bellissimo mercato, le urla dei pescivendoli e gli splendidi banchi di frutta. Per me Cagliari è l'odore degli zerri arrosto, le dita sporche dell'inchiostro dell'Unione Sarda letta con l'avidità del bambino curioso di tutto, le piccole botteghe delle vie intorno a Santa Lucia.
In generale per noi che non viviamo fuori Cagliari è un po' un rimpianto e un po' una scelta, il posto che ti emoziona quando ci pensi ma poi quando ci sei guardi con l'occhio disincantato del vecchio amante.
Cagliari è quegli orari un po' spagnoli, il
sole anche a febbraio, i ristorantini che si spende poco, l'accento che non perdi.
Cagliari sono le sue tantissime chiese, la salita di via Manno e e quei Panini Africani che oggi non fanno più.
È il bastione per ricordarti cosa hai lasciato, l'amico che a quarant'anni vive con i suoi per ricordarti perché l'hai lasciata.