giovedì 29 ottobre 2009

A proposito delle primarie del PD

Le primarie del PD rinvigoriscono l'integrazione nella politica italiana

Nella giornata di domenica scorsa si sono svolte anche in Sardegna le “primarie” del Partito Democratico italiano, la compagine erede delle due maggiori tradizioni politiche italiane del dopoguerra – il PCI e la DC - che in Sardegna hanno rappresentato un cinquantennio di conservatorismo, omologazione e unionismo.
Alla elezione di Pierluigi Bersani a segretario nazionale italiano, in Sardegna corrisponde quella di Silvio Lai a segretario regionale, cui è andata la maggioranza assoluta dei voti. Escono sconfitti gli altri due candidati, l'ex sindacalista Diana e la “soriana” Francesca Barracciu, sulla quale puntavano alcune componenti della base del partito nell'Isola propense a un suo rinnovamento radicale.
Rispetto ad un auspicato rinnovamento pare che, ancora una volta, abbia prevalso la logica della continuità e della fedeltà a un più o meno esplicito centralismo.

Ciononostante iRS non può che fare i migliori auguri di buon lavoro al nuovo rappresentante in Sardegna del maggior partito di opposizione italiano, così come a Renato Soru, che coerentemente con il percorso intrapreso dopo lo scioglimento di Progetto Sardegna, ottiene oggi l'elezione nell'assemblea nazionale del PD.
Il punto politico tuttavia rimane: può un partito quale è oggi il Partito Democratico italiano, rappresentare e difendere l'interesse nazionale del popolo sardo? Possono i delegati sardi di questo partito italiano portare realmente avanti una seria, coerente, efficace politica a favore della sovranità dei sardi?
Quale che sia la risposta che ogni sardo darà a queste domande, iRS continua e continuerà il suo lavoro quotidiano a favore della creazione di un reale percorso di sovranità e indipendenza economica, culturale e politica della Sardegna e del popolo sardo. Un percorso fatto di dialogo con tutta la società sarda ma soprattutto fatto di chiarezza e dedizione al raggiungimento della sovranità della nostra nazione e del benessere di tutti i nostri concittadini. A partire da quelli che oggi sono un pò più lontani da una politica di sovranità.

Franciscu Sedda e Omar Onnis per l'Assemblea Nazionale di iRS

Sinceramente non sono d'accordo.
Intendiamoci, ovviamente il fatto che migliaia di Sardi vadano alle primarie di un partito italiano forse è scoraggiante in termini assoluti (se Irs avesse un tale seguito saremmo al 25%). MA è una prova, indiscutibile, di democrazia. E di partecipazione.
Pertanto non può essere di per sè presa come una "rotatoria" ovvero come il cane che si morde la coda. Sta, semplicemente, a significare che scegliere il tuo leader è una cosa che anche i Sardi (ok, una parte minoritaria di loro) hanno una sensibilità democratica.
La sfida di Irs è di convincere quelle persone a partecipare a qualcosa di non meno serio, anzi, di assolutamente importante in termini politici e storici. Solo convincendo proprio QUELLE persone Irs avrà realistiche possibilità di vittoria.
Piangersi addosso o dire "siamo i soliti masochisti" non serve a nulla.
Convincersi che quello che si sogna è realizzabile, quello è ciò che Irs deve fare.