domenica 17 maggio 2009

San Simplicio: regole per la degustazione dei panini


Come noto, alla festa di mesu Maiu una delle attrazioni sono le decine di chioschi che vendono panini dal tasso di colesterolo fuori controllo.

Ma noi che ce ne sbattiamo le palle allegramente e ce li mangiamo, consci come siamo che tanto siamo bellissimi così come siamo.

Ora, alcune regole d'oro per degustare al meglio i classici panini o le altre pietanze rovinastomaco:

- Il classico panino salsiccia e cipolle te lo puoi mangiare ogni domenica, basta che vai fuori dal Nespoli. Ma vuoi mettere invece il panino con la fettina di cavallo, o il dolcissimo asinello, o la cordula (rivea) come nella foto. Ma poi, la nostra cucina ci fornisce non solo le classiche cipolle, ma anche i peperoni, le melanzane, i funghi da mangiare arrosto. Insomma non focalizzarsi sul panino salsiccia e cipolla, c'è così tanto da mangiare..

- trovare la baracchetta giusta: no camincini con 2 tavolini di plastica, non fermarti al primo caddozzone: tavoli di legno e panche in una struttura che contempli anche gli schironi per cordula e maialetti sono quelli da preferire. E se in più offrono oltre alle solite birre "su binu nieddu", allora vai sul sicuro. E' gradito l'accento campidanese: le baracche migliori sono gestite da gente di Marrubiu, Pabillonis ecc..

- andare da presto: le bancarelle stanno là tutta la sera, che cosa te ne sbatte delle solite hogan false o delle tovaglie dei polacchi? Invece piazzati alla baracchetta dalle 19:30. Inizi con 2 patatine, magari un panino leggero salsiccia e cipolle in 2 nel frattempo che la cordula o il maialetto stanno per essere tolti dallo spiedo. Sceglierai i pezzi migliori senza la calca delle 21:00.

- partire piano: non ti fare 2 panini straffogandoti come un morto di fame! Quelle cose lasciale fare ai continentali che pare non abbiamo mai visto 2 cozze in vita loro. Come dicevo prima, parti con 2 patatine fritte ed un mezzo panino, se puoi non bere subito tutto, moderati che se hai deciso di sfoddarti la cosa va fatta per bene: tu non sei un dilettante.

- mangia le "cose serie": finalmente gli schironi cominciano ad essere sfilati, è il momento di gustarti la cordula (doppia salatura, mi raccomando, la ritenzione idrica lasciala alle donne). E non fare come quei gaggi che se la fanno mettere nel panino: la cordula va mangiata nella vaschetta, meglio se con le mani. Poi piazzaci su una teglietta di maialetto, arrivare primo ti ha fatto scegliere il pezzo della coscia, più polposo. E mentre il tuo tavolo si riempie di cartacce e bicchieri vuoti, noti che chi è arrivato dopo sbava per avere quello che tu ti stai gustando in tutta calma,

- "non abbiamo fretta di alzarci, che aspettino": oramai sono le 21:00 ma tu ora sei al panino con la fettina di cavallo appena fatto..mmh che animale fantastico, vero? Il vino è quasi finito, ma non siamo di fretta, no? E poi, quasi quasi, sai che non ricordo da quando è che non mi mangio un po' di "murdegu" arrosto...

- si ho speso..ma in fin dei conti è come andare in pizzeria: considera che hai speso in tutto sui 15-20 a testa..ma ti sei mangiato il pianeta giove con tutti i suoi satelliti! E poi, se hai ancora fame, ci sono sempre le cozze, basta attraversare la strada.

giovedì 7 maggio 2009

"Persona umana ed ordinamento giuridico" di Antonio Pigliaru

Di Antonio Pigliaru avevo letto il celeberrimo "la vendetta barbaricina".
Recentemente ho avuto la possibilità di leggere invece "Persona umana ed ordinamento giuridico" scritto nei sui primi anni di carriera sotto il diretto influsso dell'idealismo gentiliano, che era la corrente filosofica dominante nel periodo in cui Pigliaru si forma culturalmente, e nel quale coerentemente con i dettami della centralità della persona scrive che "il problema della persona" deve essere risolto "nell’ambito e nella direzione esclusiva della vita morale, cioè come interno svolgimento di vita spirituale che è continua, infinita e infinitamente doverosa ascensione".
La persona è intesa come "persona come struttura aperta" perciò (cito Giovanni Bianco) "Di conseguenza, la persona è «vita operosa» che, nonostante ogni suo difetto, è «un monumentale edificio» che contribuisce alla «realizzazione del regno dello Spirito».
Per tornare al libro l’ordinamento giuridico costituisce per Pigliaru "il momento massimamente positivo della società civile", "l’insieme delle norme e degli istituti mediante i quali la società civile si costituisce come società".
La "società civile" diventa perciò "società positiva", è un valore "preso nel vivo del suo processo storico" ed essa sorge per il tramite dell’ordinamento giuridico, che "come funzione implica la sua posizione in un ritmo di attività produttiva" e "come funzione l’ordinamento è attività di posizione: c’è in quanto è stato posto in un processo d’attività e per un processo d’attività, che è quel processo stesso di produzione giuridica che è produzione di quelle norme e di quegli istituti in cui si realizza positivamente l’ordinamento giuridico nella molteplicità dei suoi istituti".
Pigliaru incentra sul problema "dell’unità della società", di cui l’ordinamento giuridico rappresenta "l’unità d’ordine", problema che scioglie riferendosi alla teoria Leopardiana della società nello Zibaldone dove "il ben comune di un corpo o società non si può ottenere se non per la cospirazione di tutti i membri di lei a questo fine".
Ciò che mi affascina del primo Pigliaru è l'attenta analisi dielle fondamentali correnti di pensiero novecentesche che a mio avviso lo portano ad un metodo di indagine analogo a quello gramsciano nel rifuggere alla facile tentazione di "indovinare all’ingrosso".