venerdì 29 agosto 2014

Saperci fare

Aveva avuto anche lei le sue possibilità.


Quando si era ammalata la madre, il padre sempre impegnato in quegli strani commerci con il continente le aveva lasciato per qualche tempo la responsabilità dell'emporio. Non che gli affari fossero andate male, anzi per la verità anche per la chiusura dell'emporio nel paese vicino le vendite erano aumentate. Ma il padre dopo neppure un anno preferì affiancarle il fratello Pietro, di diversi anni più giovane e poco più che adolescente. In poco tempo prese il suo posto. Pietro, diceva il padre, sorride ed è sempre gentile con i clienti. E poco male se alcuni si lamentassero con Ziu Diego che Pietro non facesse tanto caso alla puntualità nella consegna delle merci, o se la contabilità delle entrate ed uscite non fosse mai aggiornata. Il sorriso di Pietro, un buon bicchiere di vino ed un mezzo toscano mettevano quasi sempre le cose a posto. Era un discorso tra uomini alla fine, ed in questo lei, anche per l'educazione rigida impartita dalla madre, davvero non avrebbe mai potuto saperci fare.

Quando era in età da marito non aveva mostrato interesse per nessuno in particolare. E non che potessero mancare i pretendenti. Ziu Diego ero uno dei maggiorali del paese, produceva e vendeva bene il suo formaggio all'esercito, e non si era mai tirato indietro da aiutare qualcuno in difficoltà. L'emporio ed altre terre messe a vigna oltre il fiume ne facevano il secondo uomo più ricco del paese dopo il conte, ed Anna evidentemente era ritenuta un ottimo partito. Ma l'altezza (era più alta del padre e del fratello che pure erano assai più alti della media e di molto la più alta tra le donne in paese), la corporatura atletica ed una espressione sempre severa sul viso le tenevano a distanza i pretendenti. Alla fine Ziu Diego, vedendo che aveva oltrepassato i 25 anni senza dare nessun segnale particolare, aveva scelto per lei Antonio Coiana. Di molto più anziano di lei, vedovo ma senza figli, Antonio era il suo spedizioniere, persona che conosceva da bambino. Era un eccezionale cacciatore e uomo dai modi un po' bruschi ma onesto ed infaticabile lavoratore. Sarebbe potuto andar bene per Anna. E anche quando glielo comunicò, alla vigilia di Pasqua, Anna non commentò neppure. Disse solo "Quando lo dovrei sposare". Avuta la risposta, si informò brevemente dalla zia e le serve di casa sul carattere di Antonio  al di fuori del lavoro, e saputolo uomo irreprensibile e timorato di Dio, si mise l'animo in pace. E così fu anche per lei una brutta notizia il naufragio del bastimento che portava, tra gli altri, Antonio Coiana di ritorno da una proficua vendita a Napoli. Certo non mise il lutto, ma da quel momento fu considerata da tutti un po' una mezza vedova. Insomma, se si fosse sposata prima magari la disgrazia non le sarebbe toccata. Ed in effetti se solo avesse voluto..insomma in quel frangente non aveva mostrato di saperci fare.

Quando le era poi toccato accudire il padre, certo aveva fatto il suo dovere fino in fondo. Ziu Diego non si era ripreso da una rovinosa caduta da cavallo. Le ferite andarono in cancrena e l'amputazione di una gamba migliorò la situazione, ma siccome anche qualcosa in testa si doveva essere rotto ad Anna toccò amministrare i terreni della famiglia. Pietro era troppo impegnato nel lavoro all'emporio, la vendita dei formaggi e nella politica (era segretario del Fascio del paese) e veniva a trovarli poche volte al mese. Quando poi Pietro dopo la Guerra d'Abissinia divenne Potestà, alcuni in paese cominciarono ad arricchirsi un po' troppo rapidamente grazie a Pietro o "il capitano Cossu" come amava farsi chiamare lui. Lei, che si occupava solo della gestione dei terreni con i mezzadri, non approfittò di poter acquistare a due soldi i tanti piccoli appezzamenti dei contadini disperati che lasciavano il paese per cercare un futuro migliore al sud, nelle miniere di carbone.  Certo approfittare delle disgrazie altrui non è bello però forse un altra persona (Pietro per esempio) avrebbe dimostrato di saperci fare.

Quando poi Ziu Diego morì, alla fine di settembre del '43, fu sola a seppellire il padre. Il figlio di Pietro, Diego Maria, era un bambino. Pietro, che aveva combattuto in Africa, era forse prigioniero degli inglesi. Certo Anna aveva dato una mano all'emporio oltre che badare ai terreni ed al nipote, rimasto orfano di madre quasi nello stesso periodo. Ma Tittu, come era chiamato in casa tuo nonno Diego, era un ragazzino difficile da gestire, che si metteva spesso nei guai. E la zia dovette spesso mettere a tacere chi aveva voglia di fargliela pagare a suon di banconote da 500 lire. Quando poi divenne padre aveva 17 anni, tua nonna 15. E così a Zia Anna le toccò da fare da balia anche a me, al figlio del nipote, oltre al lavoro all'emporio ed amministrare i possedimenti. Certo che per complicarsi la vita, aveva dimostrato di saperci fare.

Quando poi si seppe che Pietro era morto di vaiolo, tutto passò praticamente sulle sue spalle. Zia Anna era forte, severa, io me la ricordo ..roba di mani che aveva. Tuo nonno quando fu arrestato e poi ingiustamente condannato all'ergastolo per quel fatto che sai dopo qualche anno si ammalò. Io me lo ricordo appena a mio babbo, figurati. E insomma tua zia Anna così passò il resto della vita: tra carceri, lavoro all'emporio e amministrare i terreni. Poi però i terreni li vendette per comprare quegli appartamenti a Cagliari che abbiamo noi oggi. Certo magari ci avrebbe potuto comprare un palazzo intero invece che solo  otto  appartamenti..non è che con gli affari ci sapesse fare. 
Anche l'emporio per esempio..ma te l'immagini se invece del distributore di benzina ed il tabacchino ci avesse fatto un bel negozio di alimentari? 
"Sarebbe fallito come quello di Giovanni Soddu" 
Ma cosa ne sai tu? Voi donne cosa ne capite di soldi.. Dai sparecchia in fretta e fammi un buon caffè che al bar c'è la partita e devo andare..
"Lo so che vai là per il video poker" 
Vedi in questo sei come zia Anna. Ti poni troppi problemi figlia mia. Nella vita bisogna saperci fare.