sabato 25 febbraio 2012

Il buon esempio

Tu sei la Sardegna del dopoguerra, che viene dalla fatica dalle miniere. Uno stipendio da ferroviere ed una famiglia da campare. Pochi svaghi ed una vita semplice. Quella che ti sei scelto.
Tu se la Sardegna che fatto studiare i figli, che parla italiano correttamente e che vive un tenore di vita umile ma incredibilmente al di sopra della generazione dei genitori e rendendosene saggiamente conto vive senza mai lamentarsi.
E senza mai dimenticare come "si fanno le cose".

Perciò sebbene tanto diverso da me avevi tanto da insegnarmi. E l'hai fatto, a modo tuo, con discrezione e talvolta senza capirmi esattamente quando ti rispondevo. Ma ti piaceva la mia curiosità e a me la tua concretezza. Perciò siamo sempre andati d'accordo.

Quando poi sei diventato il nonno di mia figlia, è uscita fuori quella parte di te che forse manco tu sapevi di avere. E così mi hai insegnato, ancora, che si può essere uomini come quelli di una volta, poche parole e tanti fatti, ed un nonno spettacolare, il miglior giocattolo che un bambino possa sperare di avere.

L'altri giorno ero sul tetto di casa a lavare i pannelli solari. Vedevo girare la palla aspira fumo sul comignolo. Come in tante circostanze questo mese mi sono rattristato. Quel giorno avevi avuto una idea brillante per come risolvere un problema. E mi hai insegnato come si fa lo spazzacamino.

Avevi ancora tanto da dare, sono certo che anche Marco ti avrebbe adorato. Il destino ti ha portato via, girando la ruota nel verso giusto ma solo troppo, troppo in fretta.
E sebbene sapevi bene cosa ti stava accadendo hai affrontato tutto con la misura e la serietà che ti contraddistingueva.

Dandomi così, ancora una volta, il buon esempio.