venerdì 29 ottobre 2010

Il mito dei sardi buoni e gentili

Posto il mio commento su un articolo di Flavio Soriga apparso su la Nuova Sardegna e presente anche presso
http://www.irsonline.net/2010/10/il-mito-dei-sardi-buoni-e-gentili/

Domenica (17 ottobre 2010) poco oltre le 12.30 guardavo, come tanti tifosi che non possono recarsi allo stadio, la partita su SKY. Quando l’arbitro ha interrotto la partita ho detto: debbo essermi sintonizzato nella televisione di un altro paese, dove le regole (l’interruzione delle partite in caso di cori di contenuto razzista) si applicano. Ho ricontrollato…si, si trattava di una partita di serie A, in Italia.
“Càstia” ho pensato “vuoi vedere che le regole valgono solo per noi Cagliaritani?”
Dico questo perchè evidentemente Flavio Soriga non vede molte partite di calcio, e per certo non vede quelle del Cagliari.
Se vedesse spesso partite di calcio saprebbe per esempio che nell’Italia culla di civiltà millenarie il “buh-buh-buh” lo fanno tutte le tifoserie, e che pertanto quasi tutte le partite sarebbero da interrompere.
Se avesse visto anche qualche altra partita del Cagliari saprebbe che il “buh-buh-buh” lo si riserva anche all’italiano Gattuso come allo svedese(?) Ibraimovich.
Se poi avesse riflettuto sul fatto che a Cagliari abbiamo avuto, da almeno 40 anni, giocatori di colore che hanno tranquillamente ed orgogliosamente vestito la nostra casacca, forse non si sarebbe lasciato andare ad un commento che io reputo un po’ qualunquista.
E se poi si fosse soffermato a notare che quell’odioso “buh-buh-buh” per esempio non veniva invece rivolto a Maicon (anch’esso alto, nero e ricco) forse gli sarebbe potuto sorgere un dubbio: ma non è che i tifosi cagliaritani volevano, senza dubbio in maniera incivile e poco ortodossa, far innervosire il giocatore più in forma della squadra avversaria?
Che c’entra il fatto che noi Sardi siamo (oramai sempre meno) bassi e scuri ed allora, quasi come “conditio sine qua non” non possiamo permetterci di urlare “terrone coleroso”, “continentale di m.” o “torna nella jungla”?
L’insulto è insulto. E’ fatto per provocare, offendere, innervosire.
Eto’o ha tutto il diritto di sentirsi offeso. Ma dovrebbe sentirsi offeso nella stessa maniera nella quale è con ogni probabilità insultato quando il Camerun gioca contro la Costa D’Avorio o il Senegal. Perchè immagino che i giocatori Sardi quando i tifosi avversari gli urlano “pastore” non facciano interromepere le partite.
Perchè lo stadio di calcio, che lo si voglia o no, non è solo sportività o “fair play”. Non è il rugby.
Con ciò, sia chiaro, non intendo giustificare un comportamento estremamente scorretto, che peraltro a mio avviso ha dei precedenti assai peggiori:
Soriga forse non se lo ricorda, ma il Cagliari si è passato un anno giocando a Tempio Pausania per colpa di un digraziato che colpì il portiere del Messina durante una partita. Quel tale fece forse qualche giorno di carcere.
E quella volta non si parlò di Sardi dal cuore d’oro.