sabato 25 febbraio 2012

Il buon esempio

Tu sei la Sardegna del dopoguerra, che viene dalla fatica dalle miniere. Uno stipendio da ferroviere ed una famiglia da campare. Pochi svaghi ed una vita semplice. Quella che ti sei scelto.
Tu se la Sardegna che fatto studiare i figli, che parla italiano correttamente e che vive un tenore di vita umile ma incredibilmente al di sopra della generazione dei genitori e rendendosene saggiamente conto vive senza mai lamentarsi.
E senza mai dimenticare come "si fanno le cose".

Perciò sebbene tanto diverso da me avevi tanto da insegnarmi. E l'hai fatto, a modo tuo, con discrezione e talvolta senza capirmi esattamente quando ti rispondevo. Ma ti piaceva la mia curiosità e a me la tua concretezza. Perciò siamo sempre andati d'accordo.

Quando poi sei diventato il nonno di mia figlia, è uscita fuori quella parte di te che forse manco tu sapevi di avere. E così mi hai insegnato, ancora, che si può essere uomini come quelli di una volta, poche parole e tanti fatti, ed un nonno spettacolare, il miglior giocattolo che un bambino possa sperare di avere.

L'altri giorno ero sul tetto di casa a lavare i pannelli solari. Vedevo girare la palla aspira fumo sul comignolo. Come in tante circostanze questo mese mi sono rattristato. Quel giorno avevi avuto una idea brillante per come risolvere un problema. E mi hai insegnato come si fa lo spazzacamino.

Avevi ancora tanto da dare, sono certo che anche Marco ti avrebbe adorato. Il destino ti ha portato via, girando la ruota nel verso giusto ma solo troppo, troppo in fretta.
E sebbene sapevi bene cosa ti stava accadendo hai affrontato tutto con la misura e la serietà che ti contraddistingueva.

Dandomi così, ancora una volta, il buon esempio.

lunedì 13 febbraio 2012

La prossima volta

Ciao Ari.
La prossima volta che farò un pupazzo di neve ad Olbia non sono sicuro che sarai con me a farlo. La frequenza delle nevicate (diciamo sopra i dieci cm.) non è tale da pensare che tra dieci anni o forse più tu avrai voglia di
stare con papà per giocare a fare un pupazzo di neve. La neve si stava già sciogliendo, ma tu avevi voglia di fate quel pupazzo, dicevi "dai facciamolo!" con la coscienza di chi sa che non ricapiterà così presto.

Quello che non sai, bambina mia,
è che se per te non sarà forse così presto, per certo ora la prossima volta non sarà come questa volta.
Tra dieci anni o forse più sarai una donna o quasi. Ed io non sarò certo in cima si tuoi pensieri se vorrai giocare sulla neve in un parco.
Ma sarà bello giocare con la neve e Tavolara alle spalle, ed anche per me sarà un piacere non vederti giocare con me. Perché sarà ha vita che scorre, ed io (forse) sarò li ad aspettarti per cena.