venerdì 26 settembre 2008

STRINGIAMOCI LE MANI

Con la pubblicazione di questo articolo di Valentono Parlato desidero dare il mio supporto alla diffusione della campagna di sottoscrizioni de il Manifesto, l'unico quotidiano di Sinistra nel nostro paese.

Ieri mattina appena arrivato al giornale (dopo un lungo viaggio sull'H) Patrizia mi dice che un nostro lettore ha sottoscritto 500 euro. Poco dopo per telefono mi arrivano gli abbonamenti sostenitori (500 euro ciascuno) di Anna Finocchiaro e Luigi Zanda. Un grande incoraggiamento e, debbo dire, ieri mattina mi sono sentito molto più giovane, di quasi 38 anni, che hanno riempito la mia vita dal 28 aprile del 1971 a oggi. Ma subito mi sono detto che questa del 2008, non è una delle tante impegnate battaglie che il manifesto ha fatto in tutti i suoi trentasette anni di vita. È qualcosa di molto più impegnativo e molto più pericoloso. Le forze storiche della sinistra, i comunisti, i socialisti e anche i repubblicani di La Malfa non ci sono più. Alle nostre spalle c'è il vuoto. Il vuoto è alle spalle di questo nostro difficile paese. Quindi resistere non solo per noi, per il manifesto , ma per la democrazia e per i lavoratori che appaiono sui giornali solo, o quasi sempre, quando ci sono infortuni mortali. Ma resistere, come sempre, vuol dire pensare, capire come va il mondo e come combattere la deriva autoritaria. Siamo in una fase, non solo in Italia, in Europa, ma anche negli Stati uniti dove il mercantilismo provoca fallimenti e disoccupazione, scoraggiamento. Ma dove le risposte positive quelle di intervento pubblico hanno sempre un tratto autoritario e illiberale. Fummo radiati dal Pci perché avevamo anticipato di alcuni anni la presa di distanza di Berlinguer dall'Urss. E poi restammo comunisti nella dissoluzione della sinistra dopo il 1989. Ora siamo in campo, ma assediati e bombardati non solo dai creditori, ma anche da Berlusconi che fa passare una legge ammazza libertà di stampa; che vuole ristabilire il principio che solo i ricchi e i potenti possono possedere un giornale o una televisione. La regola è che l'informazione deve essere addomesticata. Eliminare il manifesto sarebbe la conclusione d'opera. Ma proprio per questo i vecchi e i giovani de il manifesto affrontano con fiducia questa battaglia di resistenza. Con fiducia perché nonostante tutto la sinistra ha lasciato qualcosa nella nostra società e perché ci si comincia a rendere conto che siamo sempre più vicini a un limite oltre il quale ci sarebbe solo un fascismo sia pure in borghese e con la bandana invece che con il fez. Cari compagni e cari lettori sosteniamoci. Voi aiutateci a resistere e noi, come sempre nel passato, a scoprire i trabocchetti di Berlusconi. Ricordate che la grande manifestazione del 25 aprile 1994 a Milano (l'anno in cui superammo le 50mila copie di vendita) nacque da un'iniziativa de il manifesto . Non dico stringiamoci a corte, ma stringiamoci le mani.