domenica 17 luglio 2011

In ProgRes, ma anche no

No, davvero non vedo più un motivo per far parte di questo movimento, costola di una costola del movimento indipendentista.
Le elezioni amministrative svoltesi in Sardegna ne hanno decretato la fine. Il progetto originante, IRS, era ed è affascinante, anche se sostanzialmente senza un futuro certo. ProgRes ne è la parte probabilmente culturalmente più attiva, ma drammaticamente meno presente nelle battaglie civili ed economiche (es Quirra o Equitalia) che toccano davvero i territori e le problematiche reali.
Spesso, parlando con altri militanti di quello che una volta era IRS facevo l'esempio della lega nord come vincente, perchè presente laddove tutti siamo più sensibili: il portafoglio. E noi Sardi non facciamo eccezione, mi spiace per i puri di cuore.
Gli Usa divennero una nazione indipendente per motivi fiscali. Davvero non so trovare un esempio più adatto.

L'esperimento unitario delle altre componenti indipendentiste per l'elezione del sindaco di Cagliari, seppure non dando i frutti sperati, è anche l'unica reale alternativa alla progressiva italianizzazione del nostro paese.
Continuare a parlare de Sudan e di testamento biologico (argomenti rispettabili per carità) e meno di strade non fatte, di aziende fatte fallire, di tasse che non restano dove sono prodotti i beni per le quali esse si pagano (Saras, per es.), lo vedo troppo, insopportabilmente astratto.

Chi riuscirà a ficcare nelle notre teste il concetto che noi saremmo in grado di amministrarci meglio di come fanno i continentali, avrà il mio incondizionato, entusiastico ma soprattutto concreto appoggio.
Mi auguro che questo qualcuno sia già nato.
Tra i rimpianti che ognuno di noi ha inevitabilmente, davvero non vorrei avere quello di non aver provato a vivere nel mio paese.
Quello vero.