domenica 24 marzo 2013

Il collasso economico e un crescente disagio sociale hanno messo in crisi il progetto neoliberista europeo.

Pubblico molto volentieri un breve articolo presente sul siti di Internazionale.
E' visibile in maniera integrale presso http://www.internazionale.it/atlante/crisi-economica/ corredato di grafici e bibliografia


Cominciata negli Stati Uniti nell’estate del 2007, la crisi dei subprime si è progressivamente estesa al mondo intero. All’inizio era una crisi finanziaria, poi è diventata economica, sociale e politica. Ed è soprattutto sul continente europeo che ha prodotto i suoi effetti più brutali: crescita rallentata, esplosione della disoccupazione, sviluppo esponenziale del lavoro precario e interinale, aumento della povertà.
A questa crisi del neoliberismo si è cercato di rispondere con le ricette neo­liberiste dell’austerità. Sembra, infatti, che il debito sia l’unica preoccupazione delle classi dirigenti europee: per ridurlo, hanno promosso pesanti tagli agli investimenti, la contrazione dei salari, delle pensioni e di ogni forma di servizi sociali e un significativo inasprimento fiscale per i settori più svantaggiati della popolazione.
Ma la crisi si è accentuata e intere economie nazionali sono al collasso, mentre il disagio sociale aumenta e rischia di trasformarsi presto in un netto rifiuto popolare del progetto europeista.