domenica 8 gennaio 2012

Chi tifa il Cagliari

Sa che in ogni partita puoi aspettarti di tutto. Potrai perdere con onore col milan o perdere rovinosamente col Siena , pareggiare col Napoli 3 a 3 senza voce, vincere coi gobbi che non vincevi dal 68, incazzarti che ti rovini il fine settimana. Urlare al sardo gobbo " non sei sardo" che credo non ci sia insulto peggiore per uno di noi. Noi sappiamo che non ci sono davvero partite facili per noi. Mai. Noi resuscitiamo i morti, gli attaccanti che non segnano mai hanno sempre una chance: basta giocare con noi. Noi siamo quelli che se batti la Roma a Roma non sei stato bravo tu, sono gli altri che hanno giocato male.

Chi tifa il Cagliari sa che il calcio è una metafora della vita. Che le cose, come nella vita, anche nel calcio le cose possono cambiare molto, molto in fretta o non cambiare mai.
Che come tutti viviamo di promesse e di speranze, ma di sogni, noi, non viviamo davvero.

Perché noi siamo così, disincantati, un po' pessimisti, un po' stronzi soprattutto tra di noi. Perché siamo una repubblica, non un regno. Perché Riva era Riva, ma era dentro un senato dove gli altri senatori erano Martiradonna o Nenè o Albertosi. Perché Zola era Zola, ma giocava con Suazo ed Esposito.

Noi siamo così, felici ma cauti, vestiamo Carlo Felice ma in fondo preferiremmo due rinforzi per l'anno prossimo perché lo sappiamo che noi una squadra forte due anni di seguito l'abbiamo avuta così poche volte..

Noi siamo snob, non ci piacciono i napoletani o i romani, sguaiati, assurdi mediorentiali. Noi non siamo milanisti, schiavi di un dio nano e puttaniere, o interisti, gli eterni perdenti invidiosi, o peggio i gobbi, che poi in Sardegna si identificano con i sassaresi impiccababbo invidiosi. A noi non ci piace davvero nessuno. Ci sentiamo superiori a tutti perché intimamente siamo diversi, e troviamo più difficile il nostro essere tifosi di una squadra che perde più che vincere, di un'isoletta lontana di cui ci si ricorda per le spiagge o il mirto.

Noi tifiamo il Cagliari perché Sardi orgogliosi, perché testardi incuranti delle mode o dei servizi di SKY sui "Campionissimi" che nella migliore delle ipotesi è uno che dura tre stagioni e non si degna di spendere due righe su Andrea Cossu.

Chi tifa Cagliari lo fa a suo rischio e pericolo, sa che litigare sarà il suo hobby al bar, che l'incompetenza calcistica che riempie la bocca di chi gli sta di fronte sarà il suo miglior alleato.

Chi tifa il Cagliari non crede ai miracoli, ne fa uno ogni domenica.