venerdì 17 aprile 2009

Il problema dei conti pubblici e l'impossibilità di accorpare elezioni e refendum

Decidere di non accorpare la data del referendum con quella delle altre elezioni, spendendo 400 milioni che si sarebbe comodamente potuto risparmiare, è l'ennesima buffonata che questo governo/onta ci fa passare.
In un momento di palese difficoltà economica, aggravato dal terremoti abruzzese, la cosa più sensata che il nano ed il suo entourage avrebbero potuto fare sarebbe stato dare un segnale di buonsenso.
Macchè, il partito della Ronda Continua (pare, l'ha detto ilvio e perciò facile che sia una cazzata) minaccia addirittura la crisi di governo.
Devo dire che 2 personaggi, in questo contesto, mi hanno sorpreso:
D'Alema, orrido esempio di chi dice che "nel PD bisogna dare spazio ai gioivani" salvo poi stare ben attaccato alla poltrona, che dichiara che "il rinvio sia il male minore, perché tutto sommato ci consente di fare una campagna dedicata al referendum";
Fini, il ciambellano di Silvio che in un rigurgito d'orgoglio (forse canto del cigno, mi sa) che dichiara "Sarebbe un peccato se per la paura di pochi il governo rinunciasse a tenere il referendum il 7 giugno spendendo centinaia di milioni che potrebbero essere risparmiati".

che io stia diventando di destra?