domenica 13 novembre 2011

Sandro Usai, un "eroe" normale

Io non ho consciuto Sandro Usai. Ho poche cose in comune con lui: essere Sardo, avere un tatuaggio su una spalla, essere padre.
Sandro Usai, leggo dai giornali, era nel continente da un po' più di 10 anni, il che mi dà l'idea che fosse una persona che avesse tentato di vivere nel suo paese.  Ora, io non lo so quando si è fatto tatuare i Mori sulla spalla, ma la mia sensazione è che fosse già emigrato. E che con quel tatuaggio volesse portare il marchio della terra che l'ha generato. 

Ho letto delle testimonianze delle persone che lo conoscevano a Monterosso: era un generoso, una persona che si era completamente inserita nella comunità del paese, lui che da un paese veniva, e di mare, per giunta.
Secondo me operava nella protezione civile sia per quel senso di generosità che aveva innato, sia per un senso di gratitudine su posto che lo aveva accolto.
Noi Sardi siamo così: accettiamo un regalo ma non ci piace rimanere in debito.

Chissà quante volte affacciandosi sul mare, a Monterosso, avrà pensato ad Arbus, alle spiagge di Piscinas e Scivu. Chissà, magari pensava di tornarci, un giorno, e di godere là dei frutti del suo lavoro, come fanno tanti, troppi Sardi.


Ho letto della sua morte, da "eroe".
Io odio la parola "eroe": identifica qualcosa di fuori dall'umano.
A me invece piace immaginare Sandro Usai umano, umanissimo, fatto di rimpianto per non essere potuto rimanere in Sardegna ma orgoglioso per il suo essersi integrato in quel bel paesino che deve essere Monterosso, che amava come casa sua.
A me piace l'idea che fosse un uomo normale, con una vita normale fatta di vittorie e sconfitte, di momenti belli e meno belli. Solo non aveva paura di rischiare (lo sapeva) per aiutaregli altri. A volte va bene, ed un "Grazie, Sandro." sarebbe stato quoanto avresti ricevuto. Ma non è stato così.

Mi piace pensare che ora sei a Scivu, e passeggi tranquillamente in quella lunga spiaggia.
Oppure sei a Monterosso, e passeggi tranquillamente nella via principale e senti dei ragazzini che corrono,  tra loro riconosci tuo figlio.
In un caso e nell'altro, ora sei in pace.