sabato 21 aprile 2012

Birra Ichnusa, la nostra Guinnes mancata

C'è qualcosa di particolare nel rapporto tra i Sardi e la loro birra.
L'esterofilia si dilegua, la sudditanza psicologica dal continentale evapora.
Toglietemi tutto, ma non la mia Ichnusa, sarebbe lo spot più veritiero per il Sardo preso in giro mille volte. Derubato del suo mare da chi blocca la pesca ai nostri pescatori ma chiude tutti e due gli occhi su quelli siciliani, del suo vento da un iniqua ripartizione degli utili delle sempre più numerose ed efficienti centrali eoliche, dalla sua terra spesso data quasi gratis a chi la dilania ed avvelena con le bombe "intelligenti", il Sardo, in un sussulto di lucidità, riconosce nella bottiglia con i 4 mori la sua bandiera.

Certo, l'identificazione tra una bottiglia ed una bandiera fa un po' pensare.
Siamo davvero così alcolizzati?
Oppure "in birra veritas" come si potrebbe parafrasare?
Non so.

Per certo in questi giorni la multinazionale Heineken ha sapientemente orchestrato un "celebration day" che fa pensare: da un lato lo spot, oggettivamente bello. Forse per un pubblico più "del continente", ma efficace, e che strizza comunque l'occhio al nostro atavico orgoglio isolano. 
Dall'altro lato una riflessione: se l'Heineken avesse davvero a cuore l'Isola che comunque è il maggior mercato e dà origine al brand Ichnusa, perchè non porta qui in Sardegna (ad Assemini, per esempio dove c'è lo stabilimento) la sede legale? Pagherebbe le sue tasse italiane qui, dando gettito alle nostre esangui casse.

La birra Ichnusa è per noi Sardi la Guinnes per gli Irlandesi. Per ora meno conosciuta e distribuita. Forse, un giorno, il turista (ma mi sa più spesso l'emigrato) Sardo potrà entrare in una brasserie e chiedere con nonchalance una Ichnusa. 

Per ora ci basti trovarla al supermercato sottocasa, assaporare il suo gusto amarognolo. E pensare che in fondo lei è un po' come la Sardegna. Buona. 

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