Colgo l'ccasione di una chiaccerata virtuale con un amico per scrivere su qualcosa di personale, che evidentemente se scritto in una pagina pubblica personale non lo è più.
Da alcuni mesi faccio il pendolare tra una città del continente molto bella, dove ho un eccellente impiego in una azienda solida, e la mia bella isola, dove vivo in una città che, stanti l'ubicazione e le potenzialità, vivrebbe nel benessere in un contesto di qualità della vita da nord Europa... se non fosse popolata da Sardi (oltre che da una fiorente colonia di continentali).
Infatti, qui stà la mia provocazione, tutte le volte che immagino il futuro di quella città, non posso fare a meno di portare come elemento negativo la nostra presenza.
Ma del resto, come potrebbe essere altrimenti?
Inconcludenti, spesso pigri, invidiosissimi, ignoranti fieri di esserlo, sempre pronti a pendere dalle labbra del potente di turno, specie se con l'accento di oltre Tirreno.
Pieni di un vacuo, inutile senso di sardità che si traduce nel cambiare l'accento dopo 3 giorni che si sta altrove.
Consciamente ignoranti delle straordinarie potenzialità del posto dove siamo nati. I nostri figli conoscono i nuovi smutandati del Grande Fratello ma se gli chiedi cos'è Ingurtosu, evidentemante non lo sanno. E certo, la scuola ha la sua responsabilità, i media la loro, la società nella quale viviamo del resto è piena di questi "valori alla rovescia", di questo ostinato cancellare tutto quanto siamo stati, di quanto invece cerchiamo il tutto-subito-facile.
Proteggiamo il nostro territorio fino a quando poi non ci viene da fumare e buttare inevitabilmente la cicca in piaggia, o portiamo il cane a cagare al parco pubblico. Il nostro senso civico è pari alla coscienza comune della storia della nostra Isola. Non esiste.
Vedo le solite incompiute statali, l'incapacità di noi Sardi di fare impresa per la cronica assenza di capitale che per la verità non facciamo proprio a spinte per accaparrarci. Noi che potremmo con la sola nostra posizione avere migliaia di posti di lavoro con turismo, trasporti, energie alternative, agroalimentare di qualità.
E così, mentre respiro l'aria piena di odore di mirto, l'odore del mare che dista pochi metri, vedo le strade piene di buche trafficate da SUV sempre più grandi e sempre più spesso mai pagati che non rispettano lo Stop.
Tant'è che mi viene da dentro un odio sordo, senza parole, che potrebbe sfociare solo in violenza.
E allora forse è meglio vivere fuori, lontano dalle occasioni perdute, lontano dal pressapochismo pieno di lamentele che non sanno tradursi in azioni.
No, davvero non so se meritarmi di vivere in Sardegna.
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