Non lo so, a me pare una michiata.
Non la cosa in sé, per carità quella va benissimo. Pagare meno tasse, sviluppare il commercio, l'impresa e tutto il resto.
Ma è che poi vai a vederli, questi che chiedono la zona franca, ed un po' il dubbio ti viene.
Guardo il sito: ci manca solo che mi promettano che divento Brad Pitt e siamo a posto. Vedo Cappellacci alla televisione, ed il frago di cazzata gigante appare già insopportabile.
Certo, poi vedo Silvio Lai a Videolina che pretende di spiegarci come si sta al mondo sparando cifre che manco il pescatore più cazzeri del mercato di San Benedetto, e magari rivaluto Cappelleddu...
La verità è che tutto quanto ha a che fare con la Sardegna ha un vulnus di origine: se è una buona cosa la distruggiamo da noi, se è inutile la portiamo avanti come una bandiera, se è dannosa sappiamo già che viene da fuori e che sarà fatta volenti o nolenti.
E' la maledizione dell'invidioso, che ci portiamo appresso come una tara genetica, oppure si potrebbe fare davvero (o solo in parte)?
Inserisco a questo punto molto volentieri l'articolo che ho trovato maggiormente aderente al mio modesto ed estremamente ignorante modo di vedere le cose, quello di Andrea Nonne, visibile integralmente in questo link
In sostanza:
- è davvero fattibile una zona franca che possa rispecchiare quanto già avviene in Europa con Madeira o le Canarie dove "grazie ad una specifica disciplina, ha fatto si che i vantaggi fiscali si indirizzassero realmente verso le esigenze economiche del territorio evitando così il rischio di creare paradisi fiscali"
- la a complessiva defiscalizzazione dei trasporti che Nonne valorizza in 5/600 mln di euro produce risultati durevoli e dimostrabili.
- la necessità di altri 200 mln di euro con i quali si potrebbe dimezzare l’ires (escludendo dalle esenzioni le imprese ad elevato impatto ambientale per la gioia della famiglia Moratti) attirando così investimenti di imprese industriali strutturate e profittevoli.
Insomma tutto sarebbe assolutamente ma fattibile ma purtroppo temo non se ne farà nulla. Le motivazioni sono le solite:
1- I nostri politici locali sono il peggio della più imbarazzante classe politica europea.
2- I movimenti indipendentisti non muovono un decimo di quello che è riuscito a fare Grillo in 3 giorni di turnée prima delle elezioni politiche, segno che la bandiera dei 4 mori va bene per essere portata ai concerti o appesa negli uffici pubblici
3- Il nostro atavico amore per la faida ci terrà abilmente lontani da soluzioni condivisibili.
4- Non meno la mancanza di una personalità sarda davvero influente in ambito nazionale o meglio europeo si sente eccome.
Sebbene a noi l'uomo forte piaccia (anche se meno che agli italici) poi non resistiamo a tirargli una fucilata dal muretto a secco.
Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso volere d'essere niente. A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.
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martedì 25 giugno 2013
Zona Franca, l'ennesimo miraggio?
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domenica 20 gennaio 2013
Sognatore, imprenditore, amico
Questo non è il Panegirico di Shah Karīm al-Husaynī, meglio noto come Aga Khan. Sono solo considerazioni su fatti avvenuti. Mie, personali, opinabili.
Ed ovviamente, essendo mie, esattissime.
"Il sognatore è colui che vede l'alba assai prima degli altri”
(Oscar Wilde)
Karīm quando ha visto la Sardegna, 50 anni fa, ha visto l'alba di quello che sarebbe poi diventato il miglior brand che la nostra Isola potesse portare avanti. Un turismo di élite, con costruzioni raffinate ed estremamente integrate nell'ambiente, costruite da architetti di respiro internazionale ed eppure anch'essi stregati dal luogo. Prego il lettore di non pensare alla Costa Smeralda come quella dei film di Gerry Calà o Billionaire.Vorrei ricordare che la Costa Smeralda, quella vera, si riassume a mio avviso in un edificio: la chiesa di Stella Maris, che domina da una parte il porto e dall'altra Monte Moro. Un Principe Ismailita costruisce una chiesetta in punto dove un palazzinaro romano o milanese non avrebbe esitato un attimo a piazzare un casermone di 20 piani.
Ed a chi dice che questa non è Sardegna rispondo che questa è un altra Sardegna, forse meno sarda e più internazionale. Ma se sentite gli accenti di chi ci lavora scoprirete oltre al cantilenato arzachenese un barbaricino con le sue consonanti chiuse, il cagliaritano col suo accento persistente anche se parla inglese. Perchè qui e solo qui i sardi non sono di Ozieri, di Iglesias, di Villagrande. Sono Sardi e basta. Quello che sarebbe una nazione. Curioso che poi si parli di colonialismo industriale..
---
Quando pensi all'imprenditore pensi ad una persona che gestisce un'attività economica d'impresa assumendosi il cosiddetto rischio d'impresa. E non si può certo dire che a Karim sia mancato lo spirito imprenditoriale. Karīm ha avuto una intuizione e l'ha portata avanti coerentemente, rischiando del proprio, che certo è tanto ma è suo, in fondo. Ha costruito quello che sarebbe divenuto il centro del più importante distretto turistico del sud Italia, e la seconda compagnia aerea italiana. Ha avuto sicuramente il suo profitto, come è giusto che sia per l'imprenditore. Ma è stato costantemente osteggiato da una classe politica regionale miope se non talvolta in malafede, che ha preferito impianti industriali finanziati coi soldi pubblici (i nostri, ricordo ai più distratti) e che essendo basati sul nulla hanno riempito la nostra terra di scorie e tante case di cassintegrati cronici inesorabilmente destinati alla disoccupazione o all'emigrazione.
Karīm è stato trattato come un "invasore" quando chiedeva di espandere le attività senza chiedere una lira dallo stato, di costruire con lo stile che ci è stato copiato in tutto il bacino del mediterraneo, di assumere l'equivalente di 3 Saras.
Essendo abituato a vivere fuori dall'italia e dunque ad ad avere a che fare con persone serie, se n'è andato, mantenendo la sua casa e due dei sue asset, forse i meno rilevanti, ma quelli che si reggeva in piedi da soli senza dover stare dietro al politico di turno.
---
Quando tu dici amici che intendi
agire felici in comunione di intenti esser presenti in tutti i momenti nei quali da solo proprio non te la senti farsi a metà per valer più del doppio Avere un fedele senza esserne l'oppio Mettersi a nudo mostrandosi stroppio Esser lo scudo o esser lo scoppio
(Francesco Di Gesù, meglio noto come Frankie Hi NRG)
L'amico è persona su cui ci si può fare affidamento. E non si può certo dire che Karīm qui non si sia comportato da amico, e ben più di una volta.
Sono sufficientemente laico per sapere che se anche stavolta ha messo sul piatto altri 100 milioni di euro ha un piano, che forse significa la fine definitiva della sua storia qui in Gallura. Forse vede in questo ennesimo esborso economico la pietra tombale del suo sogno, del suo essere imprenditore qui.
Forse è anche la fine del suo rapporto con una terra in cui è stato un sognatore, un imprenditore, un amico.
Ed ovviamente, essendo mie, esattissime.
"Il sognatore è colui che vede l'alba assai prima degli altri”
(Oscar Wilde)
Karīm quando ha visto la Sardegna, 50 anni fa, ha visto l'alba di quello che sarebbe poi diventato il miglior brand che la nostra Isola potesse portare avanti. Un turismo di élite, con costruzioni raffinate ed estremamente integrate nell'ambiente, costruite da architetti di respiro internazionale ed eppure anch'essi stregati dal luogo. Prego il lettore di non pensare alla Costa Smeralda come quella dei film di Gerry Calà o Billionaire.Vorrei ricordare che la Costa Smeralda, quella vera, si riassume a mio avviso in un edificio: la chiesa di Stella Maris, che domina da una parte il porto e dall'altra Monte Moro. Un Principe Ismailita costruisce una chiesetta in punto dove un palazzinaro romano o milanese non avrebbe esitato un attimo a piazzare un casermone di 20 piani.
Ed a chi dice che questa non è Sardegna rispondo che questa è un altra Sardegna, forse meno sarda e più internazionale. Ma se sentite gli accenti di chi ci lavora scoprirete oltre al cantilenato arzachenese un barbaricino con le sue consonanti chiuse, il cagliaritano col suo accento persistente anche se parla inglese. Perchè qui e solo qui i sardi non sono di Ozieri, di Iglesias, di Villagrande. Sono Sardi e basta. Quello che sarebbe una nazione. Curioso che poi si parli di colonialismo industriale..
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Quando pensi all'imprenditore pensi ad una persona che gestisce un'attività economica d'impresa assumendosi il cosiddetto rischio d'impresa. E non si può certo dire che a Karim sia mancato lo spirito imprenditoriale. Karīm ha avuto una intuizione e l'ha portata avanti coerentemente, rischiando del proprio, che certo è tanto ma è suo, in fondo. Ha costruito quello che sarebbe divenuto il centro del più importante distretto turistico del sud Italia, e la seconda compagnia aerea italiana. Ha avuto sicuramente il suo profitto, come è giusto che sia per l'imprenditore. Ma è stato costantemente osteggiato da una classe politica regionale miope se non talvolta in malafede, che ha preferito impianti industriali finanziati coi soldi pubblici (i nostri, ricordo ai più distratti) e che essendo basati sul nulla hanno riempito la nostra terra di scorie e tante case di cassintegrati cronici inesorabilmente destinati alla disoccupazione o all'emigrazione.
Karīm è stato trattato come un "invasore" quando chiedeva di espandere le attività senza chiedere una lira dallo stato, di costruire con lo stile che ci è stato copiato in tutto il bacino del mediterraneo, di assumere l'equivalente di 3 Saras.
Essendo abituato a vivere fuori dall'italia e dunque ad ad avere a che fare con persone serie, se n'è andato, mantenendo la sua casa e due dei sue asset, forse i meno rilevanti, ma quelli che si reggeva in piedi da soli senza dover stare dietro al politico di turno.
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Quando tu dici amici che intendi
agire felici in comunione di intenti esser presenti in tutti i momenti nei quali da solo proprio non te la senti farsi a metà per valer più del doppio Avere un fedele senza esserne l'oppio Mettersi a nudo mostrandosi stroppio Esser lo scudo o esser lo scoppio
(Francesco Di Gesù, meglio noto come Frankie Hi NRG)
L'amico è persona su cui ci si può fare affidamento. E non si può certo dire che Karīm qui non si sia comportato da amico, e ben più di una volta.
Sono sufficientemente laico per sapere che se anche stavolta ha messo sul piatto altri 100 milioni di euro ha un piano, che forse significa la fine definitiva della sua storia qui in Gallura. Forse vede in questo ennesimo esborso economico la pietra tombale del suo sogno, del suo essere imprenditore qui.
Forse è anche la fine del suo rapporto con una terra in cui è stato un sognatore, un imprenditore, un amico.
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