Le primarie del PD rinvigoriscono l'integrazione nella politica italiana |
Alla elezione di Pierluigi Bersani a segretario nazionale italiano, in Sardegna corrisponde quella di Silvio Lai a segretario regionale, cui è andata la maggioranza assoluta dei voti. Escono sconfitti gli altri due candidati, l'ex sindacalista Diana e la “soriana” Francesca Barracciu, sulla quale puntavano alcune componenti della base del partito nell'Isola propense a un suo rinnovamento radicale.
Rispetto ad un auspicato rinnovamento pare che, ancora una volta, abbia prevalso la logica della continuità e della fedeltà a un più o meno esplicito centralismo.
Ciononostante iRS non può che fare i migliori auguri di buon lavoro al nuovo rappresentante in Sardegna del maggior partito di opposizione italiano, così come a Renato Soru, che coerentemente con il percorso intrapreso dopo lo scioglimento di Progetto Sardegna, ottiene oggi l'elezione nell'assemblea nazionale del PD.
Il punto politico tuttavia rimane: può un partito quale è oggi il Partito Democratico italiano, rappresentare e difendere l'interesse nazionale del popolo sardo? Possono i delegati sardi di questo partito italiano portare realmente avanti una seria, coerente, efficace politica a favore della sovranità dei sardi?
Quale che sia la risposta che ogni sardo darà a queste domande, iRS continua e continuerà il suo lavoro quotidiano a favore della creazione di un reale percorso di sovranità e indipendenza economica, culturale e politica della Sardegna e del popolo sardo. Un percorso fatto di dialogo con tutta la società sarda ma soprattutto fatto di chiarezza e dedizione al raggiungimento della sovranità della nostra nazione e del benessere di tutti i nostri concittadini. A partire da quelli che oggi sono un pò più lontani da una politica di sovranità.
Franciscu Sedda e Omar Onnis per l'Assemblea Nazionale di iRS
Sinceramente non sono d'accordo.
Intendiamoci, ovviamente il fatto che migliaia di Sardi vadano alle primarie di un partito italiano forse è scoraggiante in termini assoluti (se Irs avesse un tale seguito saremmo al 25%). MA è una prova, indiscutibile, di democrazia. E di partecipazione.
Pertanto non può essere di per sè presa come una "rotatoria" ovvero come il cane che si morde la coda. Sta, semplicemente, a significare che scegliere il tuo leader è una cosa che anche i Sardi (ok, una parte minoritaria di loro) hanno una sensibilità democratica.
La sfida di Irs è di convincere quelle persone a partecipare a qualcosa di non meno serio, anzi, di assolutamente importante in termini politici e storici. Solo convincendo proprio QUELLE persone Irs avrà realistiche possibilità di vittoria.
Piangersi addosso o dire "siamo i soliti masochisti" non serve a nulla.
Convincersi che quello che si sogna è realizzabile, quello è ciò che Irs deve fare.
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