Molti di noi, negli anni appena trascorsi, hanno sposato il progetto dell’Agenzia regionale delle Entrate. Molti di noi hanno creduto che potesse rappresentare uno scatto in avanti rispetto alle rivendicazioni di uno Stato che ha spesso truccato le carte nei confronti della Sardegna, rivelandosi un pessimo pagatore.
Cos’è per tutti quelli – compreso il sottoscritto – che anni fa hanno firmato la proposta del Fiocco verde, l’Agenzia regionale delle Entrate?
Un nuovo organismo chiamato a riscuotere i tributi dei sardi, al posto dell’attuale Agenzia delle Entrate. Un organismo capace di guidare la Sardegna verso la sovranità fiscale. Quella proposta per molti di noi ha rappresentato la madre di tutte le battaglie: una battaglia di sovranità e dignità, per i nostri diritti e la nostra esistenza. Un voler cambiare le regole del gioco, facendo sì che la classe politica sarda si possa assumere ogni responsabilità. Perché se siamo stati così coraggiosi da farci carico finanziariamente di competenze come la sanità e i trasporti non si vede perché non dovremmo essere noi a gestire l’accertamento, la riscossione e la gestione dei nostri tributi. Quei tributi che servono proprio per far andare avanti la sanità, i trasporti, le politiche del lavoro e per l’impresa, l’aiuto alle famiglie e l’assistenza sociale, l’istruzione e la ricerca e tanto altro ancora. In definitiva, la nostra vita collettiva. Ci aspettavamo e ci aspettiamo il rispetto dei patti vigenti fra la Sardegna e lo Stato italiano, sanciti dalla riscrittura dell’articolo 8 dello Statuto sardo. In sostanza, l’istituzione di un’Agenzia Sarda dalle Entrate, che potesse garantire al popolo sardo, attraverso il controllo delle proprie risorse, certezza e serenità, prosperità e dignità.
Ora ci dicono che tutto questo non si poteva fare recependo già in sede di finanziaria un emendamento meritoriamente presentato da un consigliere di maggioranza. Ci dicono, in alcuni casi con grande enfasi, che l’Agenzia regionale delle entrate verrà presto istituita grazie all’approvazione di un progetto di legge che la Giunta sta elaborando.
Restiamo in fiduciosa attesa di poterne confrontare il testo con quello presentato nel 2012 dal Comitato per il Fiocco verde. Non avremo difficoltà a farlo, nonostante il vecchio articolato sia sparito dal sito in cui sono raccolte tutte le adesioni degli enti locali alla vecchia proposta. Un giornalista, anche se scarso, conserva sempre tutto nel suo archivio. Proposte di legge, dichiarazioni, comunicati, interviste. Va bene che in politica si possono cambiare quattro o cinque partiti in dieci anni, ma la speranza è che su una battaglia così ideale e così rappresentativa delle aspettative e delle speranze di molti sardi, non si sia cambiata idea. Costituirebbe un tradimento e non basterà certo asfaltare cinque o sei strade per farlo dimenticare.
Soprattutto, non si provi a prendere in giro l’opinione pubblica, facendo passare una “matta ‘e ardu” per “Lenardu”.
A innantis, fintzas a sa veridade.