E' diverso tempo che lo ammiro, oggi voglio indegnamente fargli un omaggio mettendo sul mio blog una delle sue poesie più famose.
Bravo Erri.
Per approfondimenti
http://it.wikipedia.org/wiki/Erri_De_Luca
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che .
Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso volere d'essere niente. A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.
domenica 29 novembre 2009
domenica 15 novembre 2009
Fantascienza italiana
Riporto intregralmente l'esilarante articolo di Fulvio Abbate ripreso da "Il Fatto"
L’altra sera, domenica, su RaiUno, c’era un programma di fantascienza italiana con Gianni Morandi, il titolare, vestito da metronotte. “Grazie a tutti,” il titolo. Un programma salva-vita, un programma ultima spiaggia, un programma ammazzacaffè. Leggo, infatti, che per la rete cosiddetta “ammiraglia” si tratta adesso di recuperare spettatori e dunque speranze Auditel, abbracci, soprattutto dopo alcuni fallimentirecenti che hanno i volti di una donna altrove inattaccabile, Antonella Clerici, faccia di budino, e dello stesso, sempre altrove non meno ammirato, Vincenzo Salemme. Forse per questa ragione si è pensato al titanico Gianni, nella convinzione che soltanto un uomo-quadrifoglio come lui possa tornare a rastrellare spettatori qua e là, non necessariamente giovani e giovanissimi, comunque attratti, appunto, dalla fantascienza italiana: un copione nazional-popolare che sembra aver cancellato ogni percezione del tempo storico e spettacolare in rapido mutamento. E questo non tanto perché Gianni, lì sul palcoscenico del “Delle Vittorie” sembra (quasi) identico a se stesso, a com’era al tempo de “La fisarmonica”, o addirittura dei “musicarelli” diretti da Ettore Maria Fizzarotti e girati insieme alla moglie Laura Efrikian per accompagnare il lancio dei 45 giri che intanto impazzavano su juke-box, da “In ginocchio da te” a “Non son degno…”. No, la tintura mogano riporta appena i capelli alle glorie del “Cantagiro”, l’età reale certo che ormai si intuisce, eppure nonostante il trucco sia ormai svelato, Gianni-amuleto ha il merito, tutto proprio di un programma di fantascienza italiana, di illudere lo spettatore medio nazionale che la morte sia una roba estranea al suo show, e dunque, per estensione, al suo pubblico: guarda, c’è Gianni! Se c’è lui, lì in televisione, vuol dire che siamo ancora tutti vivi! Dettagli, semplici dettagli scenografici che non influiscono sulla sostanza fantascientifica del programma, l’avere scelto l’idea dell’astronave in viaggio nel tempo (in occasione dell’anniversario dello sbarco sulla Luna), e non meno irrilevante la scelta di far indossare a tutti i protagonisti della trasmissione, dal titolare alle coriste, una sorta di uniforme ottima per delle guardie giurate (se non analoga a quella dei nazisti dell’Illinois già visti nei “Blues Brothers”) impiegate in prossimità dei bancomat per la quiete del correntista, l’impressione che Morandi riesce a imprimere è, forse l’ho già detto, di tipo magico: lui sta lì che canta “Andavo a cento all’ora”, e a te, spettatore adulto, ti sembra infatti che basti raggiungere l’altra stanza per ritrovare vivi i nonni che ritenevi già morti da trent’anni, e ti viene perfino il dubbio che perfino Togliatti sia ancora al lavoro in via delle Botteghe Oscure, e Aldo Moro poco dietro in piazza del Gesù, ti sembra infatti che l’indomani ci si ritroverà tutti davanti alla vetrina dei mangiadischi per poi finalmente poter andare al mare ascoltando un disco senza che la puntina faccia i salti. Un disco di Gianni, ovviamente. Gianni che intanto sta facendo il servizio militare ad Arma di Taggia, come hanno scritto sul rotocalco beat “Giovani”. Fantascienza italiana. Scende la pioggia. da Il Fatto Quotidiano n°42 del 10 novembre 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)